lunedì 15 settembre 2008

La mia vita


…no, lui non lo avrebbe mai permesso, non avrebbe mai concesso tempo al tempo di rovinare quella sensazione, non l’avrebbe mai fatta andare; aveva deciso di seguirla in ogni dove, comunque, lasciando tutto quello che aveva, lasciando che il passato scorresse là, dietro la sua curva schiena, solo, in una nazione antica, un paradiso moderno, il suo piccolo mondo.

Del resto, cos’aveva da perdere?

La sua vita era stata decisa, il suo ruolo scandito dalle voci, dagli schemi, dalla rabbia dell’egoismo, dalle fauci del perbenismo…e solo col suo Dio, i suoi piccoli piaceri, giochi, le sue fotografie, il ricordo di certe emozioni lontane, l’arcano profumo dell’olio appena franto dalla sua terra, e di lei…..lei…..dopo tanta sofferenza l’aveva ritrovata; quella sensazione che aveva perso anni prima, in quel febbraio disperato, tanto odiato, a volte amato e rinnegato, anni di dolore, di rancori, di sofferenza, un cancro che lacerava l’interno, una fitta continua alle tempie, e un nodo in gola presente, sempre, nei suoi discorsi……tormenti…

L’aveva ritrovata, due o tre anni dopo, o più…..lei era stata la sua vita, le aveva dedicato i suoi giorni, le sue emozioni, regalato i suoi sacrifici, risparmiato il suo tempo, per lei, per quell’umore, per quell’amore, per quel dolore…Sarebbe stata sempre presente nella sua vita se solo…se solo gli avesse concesso tempo, gli avrebbe dato spazio, come a ogni uomo, ma lui no!

Lui non era più un uomo, l’orgoglio, perso da un pezzo, trascinato giù nel baratro, anni, anni prima...il pendolo scandisce battiti di vita, e solo noi conosciamo la nostra frequenza, solo noi decidiamo quanta gioia dobbiamo aspettarci dalla vita, nella stessa misura di quanto dolore; è semplicissimo, prova a dare una piccola spinta…se, leggera, impercettibile, nuda scorre, lasciando indifferenza; prova ad aumentare l’intensità, vedrai il cuore incominciare a battere incessante, sempre più forte; conoscerai gioie e altrettanti dolori…questa è la vita, questa è la sua vita.

L’aveva cercata negli occhi di tante altre, nei rumori delle mattine a Milano, negli odori delle serate a Palermo, era andato in Africa, nel deserto, l’aveva cercarta nei tramonti di Istanbul, aveva provato con la sua mente fra Sodoma & Gomorra, aveva visto la guerra, respirato Gerusalemme e pregato, pregato nella culla del suo Dio, all’ombra del muro del pianto…..non era masochismo, ma se lo era non se ne ravvedeva… a lui piaceva soffrire; “per ogni lacrima di gioia – si ripeteva spesso – se ne devono versare altre, di dolore”…non gli importava, lui cercava quella lacrima, era la sua ragion di vita, la cercava con tutte le sue volontà, e lontano, lontano, lontano da ogni sua aspettativa, l’aveva riconosciuta…era Lei, la sua nuova emozione, la sua nuova prigione, il suo nuovo “battito”, il suo nuovo dolore…il suo nuovo amore.

salvatore

2 commenti:

ambra ha detto...

benvenuto :)

salvatore di maggio ha detto...

Grazie, compagna di viaggio :-*